Cos'è ablativo assoluto?

Ecco una spiegazione dell'Ablativo Assoluto in formato Markdown:

Ablativo Assoluto

L'Ablativo Assoluto è una costruzione grammaticale latina che consiste in un participio (presente o passato) e un sostantivo o pronome, entrambi in caso ablativo. Funziona come una proposizione subordinata avverbiale isolata dal resto della frase principale. "Assoluto" significa appunto "sciolto", "indipendente", in quanto non è collegato sintatticamente a nessun elemento della proposizione principale.

Struttura:

  • Sostantivo/Pronome in Ablativo + Participio in Ablativo

Funzioni:

L'Ablativo Assoluto esprime una circostanza che accompagna o determina l'azione principale. Queste circostanze possono essere di tipo:

  • Temporale: indica quando si svolge l'azione principale. Esempio: Sole oriente, profecti sumus. (Sorgendo il sole, partimmo.)
  • Causale: indica la causa dell'azione principale. Esempio: Caesare duce, Galli victi sunt. (Essendo Cesare comandante, i Galli furono vinti.)
  • Concessiva: indica una circostanza nonostante la quale si verifica l'azione principale. Esempio: Omnibus reclamantibus, tamen fecit. (Nonostante tutti protestassero, tuttavia fece.)
  • Ipotetica: introduce un'ipotesi da cui dipende l'azione principale. Esempio: Te consentiente, ibimus. (Se tu sei d'accordo, andremo.)
  • Avversativa: indica una circostanza in contrasto con l'azione principale.

Formazione:

  • Participio Presente: Si forma dal tema del presente + -ns, -ntis (per la III declinazione) per tutti e tre i generi (maschile, femminile e neutro). L'ablativo singolare sarà in -e per la III declinazione, e in -i per la I e II. Esempio: dicente Caesare (dicendo Cesare).
  • Participio Passato: Si forma dal tema del supino + -us, -a, -um. Segue quindi la declinazione degli aggettivi della prima classe. Esempio: Urbe capta (presa la città).

Traduzione:

La traduzione dell'Ablativo Assoluto richiede l'uso di una proposizione subordinata avverbiale esplicita (congiunzione + verbo) oppure implicita (gerundio o participio). Si può utilizzare:

  • Una proposizione temporale introdotta da "quando", "mentre", "dopo che", "una volta che", ecc.
  • Una proposizione causale introdotta da "poiché", "siccome", "dato che", "perché", ecc.
  • Una proposizione concessiva introdotta da "sebbene", "benché", "nonostante", "anche se", ecc.
  • Una proposizione ipotetica introdotta da "se".
  • Il gerundio o participio presente/passato.

Esempi:

  • Deo volente, bene eveniet. (Volendo Dio, andrà bene.) -> (Se Dio vuole, andrà bene.)
  • His rebus cognitis, Caesar statuit... (Conosciute queste cose, Cesare decise...) -> (Dopo aver conosciuto queste cose, Cesare decise...)
  • Oppido expugnato, milites praedam rapuerunt. (Espugnata la città, i soldati rapinarono il bottino.) -> (Una volta espugnata la città, i soldati rapinarono il bottino.)

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